E’ stato scarcetato il quindicenne che nel marzo 2021 ha accoltellato la giovane Marta Novello, con 26 fendenti, mentre faceva jogging. Ora Però è libero e sarebbe tornato a Londra.
Il corso della condanna è in attesa della sentenza di terzo grado, ma il 21/7 scorso sono scaduti i termini di custodia cautelare e il pm aveva ottenuto dal giudice il trasferimento in comunità.
Ma poiché il termine di comunicazione nel regolamento indicava erroneamente il 20 settembre anziché il 20 luglio, al quindicenne è stata notificata la sua scarcerazione, non un ordine di trasferimento alla comunità, permettendogli di essere libero
Da quello che dice l’avvocato della Novello, il ragazzo ha raggiunto la madre a Londra.
La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha avviato degli accertamenti, per capire cosa sia accaduto nella vicenda erronea.
“Al di là di tutto – ha dichiarato al Corriere della Sera il legale del quindicenne, Marco Scussat – è chiaro che qualora la Corte di Cassazione dovesse confermare la condanna il giovane si troverebbe in una condizione di latitanza. A quel punto scatterebbe nei suoi confronti un mandato di arresto europeo. Ma al momento, comunque, il suo comportamento non presenta alcun risvolto di illegalità”.
Chi è Marta Novello
La ragazza fu aggredita il 22 Marzo del 2021 mentre faceva jogging, subendo gravi danni agli organi ma riuscendo comunque ad avere la meglio, dopo essere stata operata tantissime volte.
La ragazza si dice avvilita dell’accaduto allo Scussat, e impaurita dal fatto che potrebbe trovarselo di fronte, in quanto libero. Un errore burocratico imperdonabile.
Il movente è stato per futilissimi motivi: il ragazzo ha scelto una vittima a caso, per rapinarla ed ottenere denaro per comprare hashish.
Oltretutto a seguito di perizie psichiatriche, il ragazzo è risultato lucido, quindi condannato a sei anni e otto mesi per aggressione aggravata e tentato omicidio aggravato da futili motivi. Pena successivamente ridotta a 5 anni, descrivendo il ragazzo come soggetto socialmente pericoloso.
Il tentativo del legale del ragazzo lo ha portato a chiedere una ulteriore perizia, che possa definire il ragazzo come parziale infermo mentale, non in grado di distinguere i comportamenti giusti da quelli sbagliati, richiedendo l’annullamento della condanna.